martedì 7 aprile 2015

Sproloquio sulla felicità



La felicità che cos’è? È uno stato d’animo, è un sentimento, è un’utopia?


Parlando con un amico, è uscita una frase che mi ha fatto riflettere, è una capacità. Lui, essendo un po’ particolare, dotato di un’intelligenza che io definisco autistica, quanto è sviluppata, metodica, profonda, pone la questione al negativo, parlando di incapacità di essere felice.


Detto questo, la felicità è una capacità, ma è innata o acquisita? Ne nasciamo tutti già dotati e la dobbiamo solo sviluppare, o dobbiamo pensarla, desiderarla, trovarla ed infine farla nostra?

Io credo che sia già dentro di noi, credo che siamo portati ad essere felici, ma dobbiamo imparare ad esserlo, dobbiamo esserne capaci per l’appunto; mentre scrivevo, ho cercato nel dizionario il significato di capacità, è un’abilità, un saper fare, un’attitudine ma la capacità è anche la quantità massima che si può contenere, quindi…quanta felicità possiamo contenere?


Mi sto incartando su un argomento senza fine, su una dissertazione filosofica iniziata secoli fa e ancora non conclusa, ma io ci credo, io credo che la felicità si debba costruire partendo da quello che siamo, passando per quello che facciamo quotidianamente e arrivando a quello che vorremo essere e che siamo. E’ un processo in continuo divenire e si, sono fermamente convinta che ci siano persone che non sono capaci di essere felici, che non sono capaci di godersi momenti, che non hanno mai realizzato che la felicità è un seme dentro di noi, che deve essere coltivato quotidianamente per farlo sbocciare. Si perdono dietro a cliché e forme preconfezionate che ci vengono presentata quotidianamente sul come bisogna essere felici, tutto questo complica le cose, le rende più difficili e ci si scoraggia, si abbandona, ci si accontenta e forse nemmeno.


Un post di luoghi comuni e frasi fatte, psicologia spicciola, molto spicciola ma ci penso spesso, soprattutto quando ho persone vicino a me che non si rendono conto di tutto ciò, che non fanno niente per la loro felicità e per il loro benessere, che subiscono passivamente gli eventi, belli o brutti che siano, che non hanno il coraggio di guardarsi dentro, di conoscere e capire che cosa c’è dentro di loro e di crescerlo per essere felice.

Io sono felice? Si, lo sono, potrei esserlo di più? Non lo so, probabilmente si, ma in questo momento della mia vita, lo sono, lo sono tremendamente e lotto ogni giorno affinché io possa continuare ad esserlo; ho sempre anelato la felicità, non mi sono mai arresa, l’ho sempre cercata e afferrata.

Spesso, troppo spesso, sento dire che ci si accontenta, che i sogni e i desideri sono ben altri, ma poi ci si accontenta di quello che si ha; già il fatto di averi sogni e desideri è una gran bella faccenda, ma poi inseguirli, accarezzarli, realizzarli, è importante, ci riempie la vita, ci fa sentire vivi, rende il seme dentro di noi rigoglioso.


Per rispondere alla seconda domanda, quanta capacità possiamo contenere? 
Infinita direi, siamo dei recipienti infiniti che possono 
continuamente accumulare felicità e filtrarla verso l’esterno. 


venerdì 3 aprile 2015

Cremona non ti riconosco più

Domenica scorsa siamo andati in centro, c'erano Le Invasioni Botaniche, e volevo fare qualche foto, da quando è iniziata la primavera mi è partito il trip delle foto floreali! 

Le invasioni botaniche 2015
Adoro le ortensie, mi ricordano Bolsena!

Le invasioni botaniche 2015
Da sempre il mio fiore preferito!

Le invasioni botaniche 2015

Le invasioni botaniche 2015































Era tanto tempo, tantissimo che non andavo in centro alla domenica mattina, di solito mi trovate a correre sull'argine o in giro da qualche parte, e sono rimasta stupita di quello che ho trovato, di quello che ho visto ed osservato.

Non riconosco più la mia città, la mia piccola cittadina di provincia, mi sono sentita smarrita, come si mi trovassi in una citta nuova, a me completamente sconosciuta.



Eravamo in centro, ai giardini pubblici, circondati da fiori e da gente altezzosa che ostentava ricchezza vera o presunta, non so, ed io con la mia felpa, la mia macchina fotografica mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
Mi sono sentita a disagio,  era tanto che non succedeva, come quando da ragazzina andavo in centro a fare le "vasche" sul corso, mi sono sempre sentita molto in imbarazzo in quella situazione, non ne capivo il senso, non lo sentivo mio; infatti appena ho potuto me ne sono andata, sono andata a scoprire e conoscere altro. Poi sono tornata, ho scelto di tornare e soprattutto di rimanere, riscoprendo una città piccola ma desiderosa di uscire dalla provincialità che l'ha sempre caratterizzata, ultimamente però la trovo imborghesita, con la puzza sotto il naso, altezzosa, piegata nel tentativo di essere qualcosa che non è, di far credere di essere altro, dimenticando e nascondendo le proprie radici. 

Bhè, tutto questo non mi piace, mi ha messo in difficoltà, mi fa passare la voglia di passeggiare per le vie del centro, sento molto più mie città estere, città lontane, città che non mi appartengono ma che si dimostrano più accoglienti.

La primavera è sbocciata anche a Cremona, in questa foto esprime tutta la sua bellezza, mi piacerebbe anche vedere la bellezza nei miei concittadini.

Il Torrazzo e la Primavera - Cremona 2015