martedì 23 dicembre 2014

A Natale puoi..

Poteva forse mancare un post sul Natale? Ormai mancano due giorni perchè non parlarne un pò? E potrà forse mancare un post sui buoni propositi per l'arrivo del nuovo anno? Stay tuned!!

Ci siamo, oggi è l'antivigilia, mai capito perchè il 23 dicembre si deve chiamare in questo modo, sarà per anticipare i festeggiamenti, sarà per ricordare ulteriormente l'arrivo delle festività e del periodo più consumistico dell'anno?
Fatto sta, che per me Natale, lo è già da Ferragosto, pensateci, da sempre il 15 agosto viene identificato un pò come la fine delle vacanze estive e dell'estate più in generale, dopo il giro di boa del 15 agosto, si ricomincia a tornare in città, si ricominciano le normali attività, si esce da quel torpore, tipicamente italiano in cui cadiamo dal 1° agosto, quando il nostro mondo si ferma, peccato che non si fermi il mondo di tutti!

In un attimo poi è dicembre, è Natale, altro periodo di inspiegabile torpore, dove tutto viene votato all'acquisto sfrenato e alla famiglia, quella famiglia che si dimentica per 362 giorni all'anno, bistrattandola, ma che a Natale si ritrova dietro a maschere finte, baci dovuti e stupidi convenevoli.

Vorrei e potrei dirvi che il mio Natale non è cosi, ma cadrei nella banalità, anche se credetemi, io la famiglia e gli amici, quelli veri, li vivo 365 giorni all'anno e se passo davanti ad una vetrina e vedo un regalo carino lo compro, senza aspettare il momento "giusto", se voglio cenare in famiglia o organizzare un viaggio in compagnia lo faccio, senza dover per forza aspettare il periodo natalizio!

Ecco si, l'ho detto, questo io penso! Cos'è quindi per me il Natale? Una festa svuotata dalle buone intenzioni e regalata alle più sfrenate regole del mercato! Lo passerò in famiglia e sono felice di farlo, ma per me sarà solo un altro bellissimo pranzo in famiglia, l'ennesimo di quest'anno, l'ennesimo della mia vita.
I baci e gli abbracci saranno veri, i regali saranno cercati e pensati per le persone che  li riceveranno, il tempo passato insieme non sarà un peso ma voluto, le risate saranno spensierate.

Solo un pensiero a chi vorrebbe essere già al 7 gennaio, a parte che dal 27 si torna già alla normalità, ma poi rilassatevi e godetevi questi giorni; i problemi ce li abbiamo tutti, più o meno gravi, siamo tutti nelle stesse condizioni, godiamo di quello che abbiamo e sarà un pò meno pensante sopportare questi giorni. Non bisogna essere felice per forza, ma si può provare ad essere un pò meno tristi.

venerdì 12 dicembre 2014

Il 25 novembre

Sono davvero in ritardissimo con questo post, ma è un periodo allucinante, pieno di cambiamenti e passaggi, svolte, partenze e forse arrivi. 
Ma è giunto il momento di pubblicarlo, resta sempre comunque argomento molto attuale.

Ieri è stata una data importante per me, lo è da sempre, è l'anniversario di matrimonio dei miei nonni paterni, per me considerata da sempre il giorno di nascita della mia famiglia.
Era il 25 novembre 1950, sarebbero stati 64 anni se ci fossero stati ancora.

Ieri, il 25 novembre 2014, ho firmato il contratto del mio nuovo lavoro, ho scelto apposta questa data nella speranza che mi porti fortuna e che la mia Stella continui a vegliare su di me, ogni tanto la sento, ma questo è decisamente un altro discorso.

Il 25 novembre è anche la data scelta per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Cremona è stata ospitata l'artista Elina Chauvete il suo progetto "Zapatos Rojos", la nostra Piazza Duomo è stata ricoperta di scarpe rosse, ogni paio rappresenta una donna e la violenza subita. Ho fatto qualche foto, ve le posto di seguito.




Considero queste iniziative lodevoli, degne di attenzione e richiamo, guai se non fosse cosi,  ma credo che sia doverosa anche una riflessione diversa, forse scomoda ma necessaria. Una riflessione sui comportamenti della donna e soprattutto sull'immagine della donna, in particolare sull'immagine delle donna ha di sè.

Non voglio minimamente trovare giustificazioni o ragioni alle violenze, scampi da me questa idea, ma voglio fare un passo avanti, voglio fare una considerazione importante e sicuramente non facile.
Quando sento una donna dire, mi metto carina perchè cosi magari non mi fanno la multa o magari vengo assunta, penso che ci sia qualcosa che non va, quando sento una donna dire che le ragazze facili fanno carriera, fanno strada, sposano quelli con i soldi, penso che tante cose non vadano nel verso giusto. E quindi mi fermo e mi faccio delle domande, da sempre demonizziamo la società che dà certi esempi, demonizziamo le ragazzine che hanno come unica aspirazione diventare velina, ma qualche domanda su di noi, su quello che pensiamo della donna, sul nostro essere donna, ce la siamo mai fatta? Io si, questo stesso post, è una serie di domande, forse per la maggior parte, senza risposta almeno per il momento, o forse con troppe risposte da decifrare e comprendere.

Ora non va più di moda fare la velina, mi sta riscoprendo un ritorno alla famiglia, alla donna come chioccia e casalinga, custode del benessere famigliare; io credo che una donna possa essere quello che vuole, velina o casalinga, ma mi auguro che abbia nella vita esempi sani, di donne che hanno alta autostima, che hanno consapevolezza del proprio essere donna, con pregi e difetti e che non usino solo il loro essere donna come una scorciatoia.


giovedì 30 ottobre 2014

Monaco di Baviera - Terza parte: Dachau

Quaranta minuti circa di mezzi pubblici ti portano dal centro di Monaco a Dachau, luogo per me sempre e solo esistito sui libri di storia, almeno fino a qualche giorno fa.
La giornata era grigia e nuvolosa e li sembrava ancora più grigia, più fredda e soprattutto molto silenziosa, un silenzio assordante.
Dachau nasce come un campo di lavoro, i prigionieri ridotti alla fame producevano armi e quant'altro fosse necessario a sostenere la follia di Hitler e del popolo tedesco, intorno al 1940 diventa campo di sterminio, i priogionieri era troppi, i morti erano troppi.

Ho visto le celle, quelle belle però, quelle dove ci stavano i privilegiati, ho visto i letti in legno dove dormivano, in due, uno al capo uno ai piedi, come si fa da bambini con l'amico del cuore, ma lì invece perhè erano trattati come bestie e non considerati essere umani, ho visto il mausoleo ebraico, ho visto tante foto, ho visto tanti oggetti rinvenuti e appartenuti ai prigionieri, tanti erano italiani, ho visto un registro pieno di nomi, pieno di persone morte in quel luogo, ho visto il filo spinato, ho visto le torrette di controllo delle guardie, ho visto quello che era considerato il bagno, ho visto i forni, ho visto la camera a gas e ho visto le camere di disinfestazione, ho visto anche la scritta "mai più"....







Monaco di Baviera - Seconda puntata: la città

Ecco la seconda puntata del nostro we a Monaco, purtroppo a causa di un ritardo del volo abbiamo perso un'intera giornata e questo ha penalizzato il nostro tour, limitando la visita alla zona più centrale della città tedesca.

Abbiamo scoperto la piazza principale: MarienPlatz di sera, uno spettacolo da mozzare il fiato, il palazzo del municipio cosi imponente e cosi carico di decorazioni, illuminato è un piccolo gioiello da non perdere.
Abbiamo passeggiato, scoprendo il duomo, peccato per quella torre completamente chiusa dalle impalcature, la chiesa di St. Peter's, le strade pulite ed ordinate. Il nostro albergo era vicino alla stazione centrale, quartiere a luci rosse e decisamente multietnico, ma tranquillo!

La porta di Brandeburgo l'abbiamo vista correndo, ci siamo passate sotto, sensazione strana tornare a Berlino per qualche minuto!

Abbiamo visitato la famosa birreria HB, locale enorme e sicuramente molto caratteristico ma anche molto commerciale e questo mi ha un pò deluso, preferisco birrerie più piccole ma decisamente più tipiche.

Monaco è davvero molto carina, tipica città tedesca, multietnica al punto da avere difficoltà a individuare i classici lineamenti tedeschi, pulita ed ordinata; tutti vanno in metro facendo il biglietto nonostante non ci siano tornelli, i cestini dei rifiuti vengono correttamente utilizzati e si mettono pure in fila sulla scala mobile...insomma un altro pianeta, un'altra cultura.

La città mi è piaciuta, ma è una di quelle che rientra nella categoria "vista una volta vista per sempre", non ci tornerei, non mi ha comunque colpito al cuore.
A seguire qualche foto scattata durante i tre giorni.







venerdì 24 ottobre 2014

Il peso delle decisioni

Come si fa a quantificare il peso di prendere una decisione? La fustrazione che ti lascia addosso, il senso di smarrimento che ti prende quando valuti e consideri il da farsi, i problemi che creerai alle persone coinvolte? Come si fa? Quanto pesa una decisione?
Pesa tanto quando la devi prendere e pesa ancora di più quando l'hai presa, perchè porta con sè dubbi e angosce, porta con sè anche nuove opportunità ed occasioni, ma ha in sè una tale commistione di sentimenti contrastanti da appensantire spalle, cuore e mente.
Quando si prende una decisione, si pensa e si ripensa, si pesa e si soppesa, si fa e si disfa, si valuta e si giudica, si produce e si spreca energia, si cerca la soluzione che possa andare bene per tutti, che possa lasciare tutti soddisfatti o quanto meno abbastanza soddisfatti; ma non sempre è possibile, soprattutto quando quella scelta decide per la nostra vita in modo cosi netto.
Io l'ho presa una decisione, che lascia malcontente diverse persone, che ne rende felici altre e che lascia piena di dubbi me, ho preso una decisione nella speranza di dare finalmente una direzione precisa alla mia vita, dopo anni di vagabondaggio, ma i miei pensieri continuano a girarsi verso quello che lascio e la novità, l'agitazione per una nuova opportunità non bastano a distrarmi.

Quanto peso lascia e quanto peso toglie prendere una decisione?

La mia ha tolto peso ma ne ha aggiunto altro, ho bisogno di sapere di aver fatto la cosa giusta.



La Maratonina di Cremona 2014

Ci siamo...Maratonina!
Quella appena passata è stata un'altra domenica di emozioni e di corsa! A Cremona, si è svolta la maratonina, la gara per eccellenza della stagione autunnale, correre per le vie della propria città regala sempre emozioni forti.

Il clima tipico della Val Padana, ha reso ancora più suggestiva l'atmosfera ma sicuramente più sofferta la corsa, la nebbia ci ha avvolto sin dalle prime ore del mattino per lasciarci solo verso mezzogiorno, un'umidità al 100% unita ad un caldo quasi estivo hanno reso le condizioni di gara sicuramente più pesanti ma non hanno di certo scoraggiato i 3500 runners presenti alla partenza.
Domenica, è stata anche una giornata di esordi, ho accompagnato Francesca ad affrontare la sua prima mezza, il carico emozionale è raddoppiato pensando a quando avrebbe tagliato il traguardo sotto lo sguardo di parenti e amici, rendendo tutto ancora più indelebile.
Tensione ed adrenalina erano palpabili nell'aria, sguardi concentrati e gambe in fermento, l'attesa prima dello sparo da sempre amplifica e accresce ogni piccola sensazione.
La nostra non è stata una delle partenze più intelligenti, siamo partite troppo forte e abbiamo pagato sul finale; i km sono passati veloci, senza quasi accorgercene, un pò di rabbia per qualche piccolo intoppo organizzativo non ha però scalfito la nostra voglia di arrivare in fondo. 

Ph. Marco Caporali - Sorrisi!
Al 18° Francesca inizia ad accusare la stanchezza, cominicia a trascinarsi, ma il sapore di quella medaglia al collo è sempre più forte, il tifo della piazza più bella del mondo è lì che ci aspetta e cosi ci arriviamo, ad un km dal traguardo, a quella salita che ti spezza le gambe e ti toglie l'ultimo soffio d'aria ma che ti apre le porte verso la gloria.
Prendo per mano Francesca e l'accompagno a tagliare il traguardo della sua prima maratonina, ovviamente anche sto giro niente memoria uditiva, ricordo però gli amici e i parenti ai lati del traguardo urlare e sbracciarsi per noi.
Ph Sara Tadioli - L'arrivo
Leggere la soddisfazione sul viso di Francesca, mi ha fatto riempire gli occhi di lacrime e ancora ora, mentre scrivo mi commuovo ripensando alle belle sensazioni di domenica.

Ph. Sara Tadioli - Medaglia! Medaglia! Medaglia!
Adesso tocca me, voglio fare un personale tutto mio, voglio preparare la mia mezza maratona, andrò alla conquista di Cagliari, tra circa un mese.

3C - Compagnia Corridori Cremonese
La maratonina di Cremona, è da sempre anche la festa della nostra squadra (www.podisti3c.it), il bianco e il rosso è il colore che ha riempito piazza Duomo, dove il nostro gazebo è diventato punto di riferimento per atleti, amici e simpatizzanti; il bianco e il rosso è il colore che ha illuminato le vie di Cremona nonostante la densa nebbia; il bianco e il rosso è il colore del tifo che ad ogni angolo ha riempito di gioia le nostre gambe affaticate e i nostri cuori emozionati.

ps: ringrazio mia cugina Francesca, per avermi regalato uno degli arrivi più belli!!

mercoledì 22 ottobre 2014

Maternità congelata!

Da quando mi sono sposata e quindi da circa un anno a mezzo a questa parte, il mio orologio biologico sembra essere diventato rumoroso ai più, tranne che per me!
Mi sento dire, ormai da troppo tempo, che è normale, che è ora soprattutto perchè a dicembre farò 35 anni, normale per chi? E' ora per chi?
I figli non si fanno perchè si devono fare, i figli si fanno quando è il momento, quando la coppia è pronta e piantiamola con queste stupidaggine che una coppia si completa solo con un figlio, una coppia è già famiglia, è già completa nella sua dimensione di coppia, con un figlio si trasforma, cambia, un figlio non è un collante, anzi, un figlio non è la soluzione ai problemi, un figlio è amore.
Perchè non faccio un figlio? Perchè non mi sento pronta, perchè voglio vivere ancora la nostra dimensione di coppia, voglio fare esperienze, e lo dico senza vergogna, che con un figlio non potrei più fare, chiamatemi egoista, va bene, ma io mi ritengo solo responsabile. Io non voglio fare figli per lasciarli alle babysitter o ai nonni, io voglio fare figli per crescerli, i figli sono un'alta, altissima espressione di amore e responsabilità e si meritano tutta la nostra attenzione, il nostro impegno e io non mi sento ancora pronta a dare e fare questo.
Perchè ho deciso di scrivere questo post? Perchè è di questi giorni la notizia che alcune grandissime aziende, come Apple e Facebook, danno la possibilità alle loro dipendenti di usufruire di denaro per congelare i propri ovuli e rimandare il momento della maternità, per dare spazio alla carriera e al lavoro.

Cosa ne penso? Non lo so, è una questione davvero molto delicata, prima di tutto ricordiamo che è una possibilità e non un obbligo, quindi non gridiano subito allo scandalo, ma credo che comunque una riflessione sia doverosa.

Siamo davvero sicuri che sia la cosa giusta, che siamo noi che dobbiamo piegare i nostri desideri e i tempi della nostra evoluzione al dio lavoro e al dio denaro? Siamo sicuri di volere generazioni di mamme e papà ultra cinquatenni, in età da nonni più che da genitori, ritardando ulteriormente un doveroso ricambio generazionale?

Queste sono le domande alle quali dobbiamo dare una risposta, io sono molto scettica, io mi ci sono dedicata alla carriera per qualche anno, esisteva solo il lavoro, a scapito di tante altre cose ma mi sono ritrovata con un pugno di mosche e ho rivisto la mia scala personale dei valori e ho capito che non faceva per me, che la mia realizzazione era altrove. Ma è la mia vita, la mia strada, con questo non voglio assolutamente additare le donne che faranno questa scelta, che decideranno di dedicarsi alla carriera e congelare i loro ovuli, avranno sicuramente le loro buone ragioni, che toccano una sfera cosi personale ed intima che non è giusto commentare e  giudicare, ma penso a quello che farei io e penso alle conseguenze che questa opportunità creerà.

Io non lo farei, io non sacrificherei mai la mia vita personale, la mia famiglia per il lavoro, lo facciamo già troppo, congelare gli ovuli lo trovo eccessivo, lo trovo fuori da ogni misura sopportabile e concepibile; credo anche che generazioni di genitori "vecchi" saranno un problema, perchè creeranno distanze e incomprensioni incolmabili, lasciando i figli troppo presto ad affrontare la vita da soli.

Credo che sarebbe necessario ogni tanto fare un passo indietro per andare nella giusta direzione del progresso.

In Italia i figli non si fanno perchè non c'è lavoro dicono i più, io penso che le condizioni lavorative precarie rendono sicuramente più complicata la questione ma io credo che il vero grosso problema dell'Italia sia una profonda ed insanabile crisi di valori che purtroppo condiziona ogni parte della nostra vita.

mercoledì 15 ottobre 2014

Monaco di Baviera - Prima parte: la corsa!

Siamo reduci da un we a Monaco di Baviera, voglio raccontare il mio viaggio a puntate, ed inizio dalla mia preferita!

Monaco di Baviera - Prima parte: la corsa!

Mi sveglio alla domenica mattina agitata, non mi capitava da tempo di essere in tensione per una gara e per di più per una diecimila; ma sarà il pensiero di correrla con LaSusa che mi dà scariche di adrenalina incredibili.
Dopo una buona colazione ci avviciniamo al luogo della partenza, l'organizzazione tedesca è impeccabile come sempre, non sbagliano un colpo; dopo il deposito borse e qualche foto all'Olympia
Prepartenza!
Il nostro arrivo!
Centrum che sarà il nostro arrivo, ci avviamo al gonfiabile della partenza perdendoci fra un circa 5000 runners, carichi, vocianti e motivati.
La partenza della 10000!
Cariche per la partenza!
L'adrenalina scorre a fior di pelle, un improbabile countdown in tedesco e lo sparo danno il via a questa nuova avventura. Il gruppone resta abbastanza compatto, intorno a noi sempre tanta gente, a tratti si sente solo il calpestio di migliaia di piedi sul'asfalto che scorre via veloce, senza intoppi; le gambe girano bene e il percorso è piacevole. Dopo una curva ci troviamo davanti una piccola porta di Brandeburgo, il ricordo vola immediatamente a Berlino, strappandoci un sorriso. Ecco il ristoro ed ecco il giro di boa, siamo già sulla strada del ritorno, all'arrivo manca poco; LaSusa arranca un pochino, rallenta, il percorso nasconde un paio di salite, leggere ma costanti che si fanno sentire nei polpacci; do un'occhiata al cronometro e mi rendo conto che siamo in aria di personale, di un ottimo personale: un brivido mi corre lungo la schiena e l'emozione per qualche minuto prende il sopravvento, concludere questa gara in terra straniera con un personale non fa altro che amplificare l'importanza e l'emozione di questa avventura. Sprono LaSusa, la incoraggio a non mollare, all'ottavo km si sente la musica, lo speaker, è fatta! Ci siamo, l'arrivo è lì e c'è una medaglia che ci aspetta. Entriamo nello stadio, un breve passaggio coperto, buio ma con musica alta, ci incita ad aumentare e cosi facciamo, corriamo gli ultimi 500 metri con il cuore a mille e con le ali ai piedi, allungo una mano a prendere LaSusa e la tiro con me verso il traguardo. Non ho memoria uditiva dell'arrivo, non ricordo nulla se non l'emozione provata e quelle lacrime che mi hanno riempito gli occhi, ma subito mandate via. Un abbraccio suggella la nostra 10.000 di Monaco, il personale de LaSusa e la nostra prima gara insieme, la prima di una lunga serie.
Medaglia Medaglia Medaglia!!!
L'arrivo

Foto stupide con medaglia!
Recupero maltodestrine!
Ovviamente i complimenti a tutti i ragazzi che hanno corso domenica affrontando le varie distanze, ed in modo particolare a Susu che ha portato a casa il suo personale sulla mezza maratona!

Genova nel cuore

E' successo di nuovo, Genova ancora allagata, come 3 anni fa o forse peggio. Genova, non so perchè ma è una città che ho nel cuore, ci sono stata diverse volte, ma visitata veramente solo questa primavera. L'occasione era quella di una corsa, tanto per cambiare, ma la scusa è sempre buona per conoscere e scoprire qualcosa di nuovo.
Genova è una città che ha dato i natali a tanti personaggi famosi, per citarne alcuni: Eugenio Montale, Fabrizio De Andrè, Don Gallo, Paolo Villaggio e tanti altri; è una città di mare, di partenze e di ritorni, di attese e speranze, di passaggi, fughe e di non ritorni, di arrivederci e di addii.
Ho sempre avuto un debole per le città di mare e per i villaggi dei pescatori, a Genova si aggiunge la bellezza del porto antico, gli stretti carrugi, la focaccia e la loro avara ospitalità, che è comunque qualcosa di caratteristico.
Non so perchè, ma mi piace, mi piace l'aria pesante e sporca che si respira al porto, mi piace quella sopra elevata che tanto stona con il paesaggio circostante, mi piacciono quelle case che si affacciano al mare, un tempo case di pescatori e oggi rovinate e sventrate dalla salsedine e dall'aria del mare. Mi piace l'ascensore panoramico, mi piace la maestosità dei palazzi del centro, mi piacciono le strade in salita e mi piange il cuore vederla invasa dall'acqua e dal fango.

Le foto parlano da sole, non c'è bisogno di commentarle o riportarle qui, voglio postare le mie foto, quelle fatte ad aprile, quelle che mi fanno ricordare Genova.
Un grazie agli angeli del fango, che qui come in tanti altri posti e in tante altre situazioni hanno saputo fare e dimostrare.








martedì 14 ottobre 2014

Una nuova strada.

Nel giro di qualche giorno ho dovuto prendere una decisione, l'ennesima...la vita mi ha rimesso davanti ad un bivio, mi ha posto una scelta importante da fare e l'ho fatto, ho scelto.
Avrò fatto la cosa giusta? Lo scopriremo solo vivendo (citando gente famosa!), al momento si, sembra o meglio è la scelta giusta, la decisione migliore che potessi prendere. Ho valutato, ho soppesato, ho considerato, confrontato, discusso, visto e rivisto vantaggi e svantaggi e ho detto va bene, proviamo!

So benissimo cosa lascio ed in parte so anche cosa troverò, ma nonostante questo i dubbi ci sono stati e ci sono ancora, perchè quando si tratta di prendere strade che ti rivoluzieranno la vita, che ti faranno ricominciare da capo, i dubbi ci sono ed è giusto che ci siano.

La mia amica Dany, impenitente astrologa, mi direbbe che noi sagittari ci buttiamo cosi, senza tanto pensare, che adoriamo i cambiamenti, le rivoluzioni e che spesso ce le andiamo a cercare...sarà! Ma forse, ora esce il mio lato più morigerato, da buon ascendente in capricorno, l'attenzione al futuro, a non fare passi falsi è fondamentale e quanto si tratta di fare una scelta, la prudenza, la ponderatezza diventano valori importanti per me.
Credo di essere stata prudente e soprattutto di avere preso una decisione pensando al mio, al nostro futuro.
Intranprendo questa nuova strada
con speranza, ancora con qualche dubbio, ma sicuramente con tanta voglia di scoprire come andrà e di capire se è stata davvero la scelta giusta.


venerdì 10 ottobre 2014

Mens sana in corpore sano!

E' un pò che non scrivo di corsa, ma è anche un pò che non corro, un mese per essere precisi. Un mese che non corro, non vado in palestra, non faccio attività fisica. Il mio corpo si è ribellato, non so se per stanchezza, per stress o semplicemente per un pò di sfortuna, ma è circa un mese che passo da un malanno all'altro senza soluzione di continuità.
Domenica torno alla corsa, domani si parte per una trasferta, andiamo a Monaco, pubblicherò poi reportage del viaggio. Domenica avrei dovuto corre la mezza maratona, gli amati 21 km e 97 metri, ma invece corro i 10 chilometri o i 10.000, come piace chiamarli a me. Mi approccio a questa gara con un pò di ansia, perchè è una settimana che sono completamente ferma, dopo la prima fase di insanità fisica ero tornata a fare qualche allenamento, qualche corsetta, tornata con fatica a far girare le gambe, una ripresa lenta e dopo poco di nuovo ferma per l'ennesimo malanno, oggi, a ben due giorni dalla gara, inizio a stare meglio, ma sono preoccupata e in ansia, temo la ricaduta, temo l'ennesimo problema fisico, temo l'ennesimo stop.
Mi sto drogando: pappa reale, mirtillo, omega 3 e purtroppo antibiotici, tanti antibiotici che spero mi rendano immune, che mi facciano tornare alla mie normali attività quotidiano, siano esse sportive o altro, alla sera sono stanca, terribilmente stanca; quando il corpo dice stop, ci si deve fermare, non ce n'è, bisogna dargli ascolto, non c'è forza mentale che tenga.
Oltre all'ansia c'è anche tanta speranza e tanta motivazione perchè corro con un'Amica, una grande Amica: LaSusa, la sua seconda esperienza in gara e la nostra prima insieme. Taglieremo il traguardo con il sorriso, perchè la nostra amicizia ci unirà anche in questa avventura, andremo a prenderci quella medaglia che sfoggeremo orgogliose, perchè avrà un sapore diverso.
Quindi, si! La voglia di partire e di fare questa esperienza batte l'ansia di riammalarsi,o almeno spero.

domenica 5 ottobre 2014

Generazione in divenire

In questo post sto per affrontare un argomento sul quale ho tante ore di teoria, tantissime e zero ore di pratica, non essendo io genitore, ma voglio comunque dire la mia!

Primo episodio
Domenica pomeriggio ho assistito ad una corsa in bicicletta, ragazzini di 10/12 anni, all'arrivo quello che era secondo ha fatto una volata e ha battuto al traguardo il ragazzo che è sempre stato in testa, lo vedo scoppiare a piangere e mi intenerisco davanti a questa scena, pochi minuti dopo si stanno picchiando! Il secondo è sceso dalla bici e ha preso per il collo il primo.

Secondo episodio
Questa mattina mi fermo al distributore di benzina, scambio due parole con il benzinaio, padre di una figlia quattordicenne, al sabato sera la porta in centro ma resta nei paraggi, perchè cosi è vicino a lei se succede qualcosa. Io stupita chiedo il perchè e lui candidamente mi dice, sono tutti in gruppo, bevono, si ubriacano, si mettono le mani addosso, fanno sesso negli androni dei palazzi.

Terzo episodio
LaSusa, mi racconta una scena vista allo stadio della nostra cittadina, sabato al termine della partita, incontro nel quale la nostra squadra casalinga ha perso, i genitori in "tribuna gioventù", battendono i pugni sui cancelli, fischiavano i giocatori della squadra avversaria mentre rientrano negli spogliatoi, incitando i figli a fare lo stesso.
 
Fermi tutti!! Di cosa stiamo parlando?

Bambini di 12 anni che si mettono le mani addosso dopo una gara di cicliso, bambini di 14 che fanno sesso come bere una cocacola, genitori che incitano figli all'offesa.

Dove stiamo sbagliando? Mi ci metto dentro anch'io, pure non essendo genitore e non avendo grandi contatti con la generazione in divenire, quando abbiamo preso questa piega? Quando abbiamo pensato e deciso che i figli del futuro debbano essere cresciuti in questo modo?

I figli del futuro, hanno il compito di trasmettere, di tramandare, di passare di mano in mano la conoscenza.

Inizierei a preoccuparmi di quale conoscenza!


giovedì 11 settembre 2014

Undici settembre

Non volevo scrivere niente su questa ricorrenza, ma un post stupido letto su facebook mi ha fatto venire voglia di farci un post, di scrivere quello che penso.
Quando è successo, nel 2001, ero all'università, mi ricordo che stavo facendo una pausa nello studio e avevo appena acceso la tv, quelle immagini sono ancora fresche nella mia mente, come se le avessi appena viste, come se fosse appena successo. Dicono che sia cosi, che eventi traumatici lasciano un segno indelebile nella nostra memoria e che il ricordo resti vivo nella nostra mente anche dopo decenni, è cosi è, chiaro, nitido, incacellabile.

Lo scorso capodanno sono stata a New York, abbiamo visitato Ground Zero, abbiamo visto le fontane, abbiamo respirato un'aria diversa, pesante, fredda, abbiamo provato sentimenti contrastanti: rabbia, tristezza, dolore, ma anche orgoglio, solidarietà per una tragedia che non ci ha colpito direttamente ma che ci accumuna nel dolore e nello sgomento e che ci rende fieri della forza di volontà e di reazione che dimostriamo in questi momenti.

Sulle fondamenta delle torri gemelle sono state costruite due fontane, delle quali non vedi la fine, non vedi il fondo, vedi solo l'acqua che scorre e questo ti dà un senso di vuoto, che ti rende ancora più partecipe alla tragedia vissuta; sulla struttura delle fontane sono incisi i nomi, i nomi di tutte le persone che sono morte quel giorno, ogni tanto vedi sbucare una rosa bianca, che contrasta con il color rame e rende ancora più evidente e marcato quanto è successo.

Quando lo racconto rivivo ancora quelle sensazioni, mi si strozza la voce in gola, mi commuovo, ho i brividi. E' stato molto intenso passeggiare in quel silenzio, ricordare, cercare di capire come sia possibile. In quel luogo fa freddo, fa molto più freddo che in qualsiasi altra parte di New York, senti il freddo salire dal pavimento, cammini e ad ogni passo il freddo si infila dentro di te; dicono che nei posti dove sono morte tante persone, resti la loro presenza, si respiri un'aria diversa, è vero, in quel posto li senti, senti il peso di una mancanza che non potrà mai più essere colmata.

Un nome mi ha colpito, quello di una donna e 
del suo bambino mai nato.

giovedì 4 settembre 2014

31.8.13 - 31.8.14...un anno di noi

Qualche giorno fa abbiamo festeggiato il nostro primo anniversario di matrimonio, passato talmente velocemente, quasi da non rendercene conto. Di seguito, quanto scrivevo un anno fa, sul mio vecchio blog circa un mese prima del matrimonio:

"Fra un mese e una manciata di giorni mi sposo, cazzo!
Non avrei mai pensato di arrivare a pensare, dire e fare questo…io anti-matrimonio da sempre, io fanatica della convivenza, tanto è uguale, tanto non cambia niente e invece cambia si! Cambia tutto ed ora che ci sono, me ne rendo conto e non vedo l’ora di cambiare!
Non mi sposo perché devo, ma mi sposo perché voglio, perché voglio dare un senso ancora più marcato, una direzione ancora più precisa alla nostra storia, alla nostra relazione che stiamo vivendo quotidianamente da ormai tre anni e mezzo. Siamo già una famiglia, io Lui e L’Altro lo siamo già, ma vogliamo farlo sapere a tutti, vogliamo urlare a tutti che prendiamo un impegno, che ci mettiamo in gioco per rimanere una famiglia, nonostante tutto, nonostante i sé e i ma, nonostante i problemi, nonostante le difficoltà; ci prendiamo la responsabilità di quello che siamo e che vogliamo diventare. Da quanto abbiamo annunciato il nostro matrimonio, la maggior parte ci hanno detto “perché lo fate, tanto vivete già insieme, cosa cambia?” e la mia risposta è sempre stata, lo facciamo perché lo vogliamo fare, perché sentiamo che non c’è altra cosa da fare, perché è la cosa migliore che potremmo fare. Fra un mese sarò moglie e Lui sarà marito, saremo per lo stato una famiglia con la F maiuscola e non solo più due conviventi o una coppia di fatto…definizione orribile, fra l’altro. Fra un mese saremo due persone che coroneranno un desiderio, che inizieranno un progetto di vita, che condivideranno con parenti ed amici la volontà e soprattutto la voglia che hanno di stare insieme."
Io e Lui..marito&moglie!
Siamo marito e moglie da un anno, siamo una famiglia, abbiamo urlato contro il cielo la nostra voglia di stare insieme e l'abbiamo festeggiato con amici e parenti, il ricordo è ancora vivissimo dato il poco tempo trascorso e il caso ha voluto che il 30 agosto si sposasse mia cugina, festeggiare in nostro anniversario con un matrimonio, emozioni e sensazioni amplificate, vederla percorrere la navata mi ha riempito gli occhi di lacrime e strozzato le parole in gola, quell'emozione grande che provi mentre vai incontro al tuo destino, al tuo futuro...cammini sotto lo sguardo attento di tutti e vedi Lui che ti aspetta, visibilmente emozionato che ti aspetta, che ti guarda quasi ammirando un'apparizione. Quando ti avvicini, ti sussurra che sei bellissima e lì, proprio in quell'istante, scoppia la felicità, scoppia un sentimento cosi grande, cosi devastante da non riuscire a contenere. 
 Abbiamo concluso i nostri festeggiamenti, tornando a Villa Belussi dove abbiamo celebrato e festeggiato il nostro matrimonio, avevamo la sala tutta per noi, la sala dove abbiamo pronunciato la nostra promessa di amore e impegno.


La felicità fatta persona!

L'atrio all'ingresso di Villa Belussi
Un brindisi a noi!



La sala della cerimonia