domenica 24 gennaio 2016

Milano da conoscere, Milano da vedere

Ieri è stato il terzo sabato a Milano questo mese, giornata di sole, finalmente, e giornata splendidamente ricca di scoperte. L'obiettivo era quello di visitare l'Albergo Diurno Venezia, ma per la seconda volta a causa di una gestione pessima delle aperture straordinarie, non ci è stato possibile.

Abbiamo camminato tanto ed è stato interessante scoprire e conoscere Milano in questo modo, palazzi mai visti, mai osservati, di solito ci spostiamo in metropolitana e si perde tanto, troppo.
Ci siamo indirizzate a visitare Villa Necchi - Campiglio, casa museo milanese gestita dal Fai; è stato come essere catapultati in un'altra dimensione, un tuffo in passato opulente e ricco, un esempio di architettura all'avanguardia per il periodo in cui è stata costruita, un gesto importante quello di averla donata alla cittadinanza, perché non mi stancherò mai di dirlo, il bello va condiviso e vissuto.

Siamo state per la prima volta in Piazza Gae Aulenti e ancora adesso, a distanza di ore, mi chiedo come sia possibile non averla mai vista prima, non aver mai passeggiato fra le fontane d'acque, non aver mai ammirato quelle strutture composte da specchi e vetri, simbolo del progresso.

E poi, è nato un amore, abbiamo visitato la mostra fotografica di Gabriele Basilico, uno dei più grandi fotografi italiani scoperto, da me, troppo tardi. La mostra allestita in una location ipermoderna, da mozzare il fiato, è stata molto interessante, ricca e intensa di immagini scattate in luoghi italiani ed esteri.
Basilico nasce architetto e si evolve fotografo, immortala durante la sua carriera i paesaggi urbani, i loro cambiamenti, le loro ristrutturazioni, la loro decadenza. Lo adoro.

Giornata intensa, splendidamente faticosa, ricca di nuove immagini e sensazioni impresse dentro di me.

lunedì 11 gennaio 2016

Lunedi da abolire

Alzarsi al mattino con il mal di testa non è mai un buon presagio, se poi succede di lunedì, si può star certi che la giornata avrà un epilogo disastroso.
Parlando per luoghi comuni, il lunedi è la classica giornata di merda, già pesante di suo se poi si riescono ad incasellare un paio di eventi lavorativi che ti fanno salire la rabbia, detto fatto: la tragedia è consumata!
Ho imparato tanto tempo fa a non farmi coinvolgere dal lavoro, ma ci sono giornate, come quella di oggi, nelle quale ti rendi conto che è impossibile, che lotterai sempre contro dei mulini a vento, che per quanto tu possa lottare, impegnarti, sudare, sarà sempre tutto lavoro inutile, perché difficilmente cambierà qualcosa, se non il ritmo del mio cuore infuriato.

In un momento di puro ed infinito sconforto oggi ho avuto voglia, nell'ordine: prima di colorare, volevo i miei album e i miei pastelli per chiudermi nel mio momento di relax e silenzio e secondo, ho avuto una voglia sfrenata di camminare, quella tentazione viscerale, quella necessità quasi vitale di alzarmi, uscire dalla porta e camminare, senza meta, senza un percorso prestabilito, solo camminare, mettere il corpo in movimento e farmi trasportare.

Ecco si, cosi il lunedì non sarebbe più stato da abolire.