venerdì 25 luglio 2014

Dieci motivi!


Dedico alla mia amica LaSusa questo post!

Mi ha chiesto 10 motivi per i quali dovrebbe correre la Cariparma Running, corsa di 10 km a settembre, e io glieli ho elencati, eccoli:

Primo – sono solo 10 km e sei assolutamente in grado di farli 

Secondo – ci divertiamo 
Terzo – partecipare ad una gara è stimolante 
Quarto – ci divertiamo 
Quinto – correre fa bene 
Sesto – perché fai una cosa che non è da tutti 
Settimo – perché la fai con le tue sole forze, nessuno corre per te e la soddisfazione è enorme 
Ottavo – la medaglia al collo fa figo 
Nono – l’adrenalina che scorre nelle vene 
Decimo – corri con me

Dopo averglieli elencati come li leggete sopra, non so se l’ho convinta, ma io ho mantenuto la promessa ora a lei tocca correre, non mi ha ancora detto di si, ma mi ha zittito con un “saresti in grado di trovarne altri 10” e io ho risposto “penso di si”, eccoli:

Undicesimo – stare all’aria aperta fa bene 

Dodicesimo – visitiamo le città correndo ed è come se le visitassi per la prima volta 
Tredicesimo – ci divertiamo 
Quattordicesimo - stiamo in mezzo alla gente 
Quindicesimo – siamo fighe di ferro 
Sedicesimo – conosciamo persone nuove 
Diciassettesimo – perché fai una cosa che non hai mai fatto prima 
Diciottesimo – perché fai una cosa che non avresti mai pensato di fare 
Diciannovesimo – perché entrerai in un circolo vizioso e sarà solo la prima 
Ventesimo – perché tagliato il traguardo sarai felice

Ormai non ha più scuse, il 14 settembre si va alla conquista di Parma e della prima medaglia!

martedì 22 luglio 2014

Radiografia di una lettrice

Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno cresciuto a pane e libri, da che io abbia memoria, mi hanno letto o ho letto libri; favole, racconti, filastrocche, qualsiasi cosa, l’importante era leggere.
Ho letto ogni libro di Gianni Rodari, li conservo ancora tutti, una pietra miliare è stato un libro che mi ha regalato mio papà, il libro era suo; lui possiede ancora libri di quando era giovane, libri che si comprava con le paghette e piccoli risparmi, rinunciando ad altro, una sua collezione privata e da quella collezione un giorno mi ha regalato “Un albero cresce a Brooklyn" di Betty Smith, non ricordo quanti anni avevo, ero ragazzina e dopo quel libro non ho mai smesso di leggere, ho iniziato a divorare libri di qualsiasi genere e formato, non ho mai avuto un genere tutto mio, non ho mai fatto distinzioni, nei libri cerco il bello, il diverso, il sogno e tutto questo può arrivare da un thriller come da un romanzetto rosa.
Ho scelto di leggere alcuni libri come non ho scelto di leggerne altri, abbiamo troppa offerta per leggere tutto e per fidarci delle mode, i libri vanno scelti, assaporati, fatti nostri!
Ho momenti nei quali leggo molto e momenti nei quali non leggo proprio per niente, non ho scuse, non ne ho voglia. Ora mi trovo in un momento in cui leggerei la qualunque, leggerei in ogni momento della giornata, occupando il mio tempo libero solo di parole.
Io non presto mai i libri e se succede è solo perché mi fido ciecamente della persona a cui li do, forse dovrei condividere di più ma mi risulta difficile, li custodisco gelosamente, a tutti c’è legato un ricordo, un pensiero, uno stato d’animo.
Ho imparato ad abbandonare per strada i libri che non mi piacciono, mi sono sempre costretta a leggerli tutti, anche se dalle primissime pagine capivo che non era un libro interessante ho sempre continuato, opponendomi con forza all’abbandono del libro, ma ora ho capito che è meglio lasciarlo perdere, c’è così tanto da leggere che è meglio non perdere tempo con libri che non ci piacciono.
Mi sono evoluta tecnologicamente, da sempre contraria ai lettori di e-book, l’ho comprato per svariati motivi, una questione economica, gli e-book costano almeno la metà; questioni di spazio, dovrei sostituire tutti i mobili di casa con delle librerie e poi anche per questioni di comodità, ma di questo me ne sono convinta solo dopo! 
Ogni tanto riprendo in mano un libro di carta, ne sento il bisogno, ma l’importante è continuare a leggere, la lettura è un bisogno intimo, viscerale, un modo per scoprire ed immaginare altro, mi definirei una lettrice atavica!

sabato 12 luglio 2014

Ho corso e non ho pensato!

Ieri sera finalmente ho corso, la voglia era poca, ma non potevo non ringraziare la clemenza del clima e di una splendida giornata soleggiata ma non caldissima, insomma clima ideale!
Arrivata a casa, in fretta e furia, mi cambio ed esco, dovevo sfruttare quel brevissimo momento in cui il mio corpo abilmente imbeccato dalla mia mente, mi diceva che mi sarei sentita meglio dopo.
Inizio a correre, qualche centinaio di metri e mi dico che tutto sommato non va male, ma ad un certo punto un doloretto al fianco sinistro si fa sentire, leggero ma costante, maledetta milza, da quanto tempo non ti sentivo? Sono cosi fuori allenamento da avere dolore alla milza?!
Controllo il garmin per vedere la mia velocità, magari sono partita troppo forte ma pure la tecnologia si rivolta contro di me, non trova il satellite, segna numeri a caso, poco importa, faccio quello che viene, senza ansia da prestazione.
La milza continua a farsi sentire, quasi volesse un suo spazio e per non farla sentire troppo sola, i miei talloni iniziano a pulsare (maledette infradito rasoterra!!) e la mia testa continua a borbottare, continua a lamentarsi ed accusarmi dello scarso allenamento e soprattutto della scarsa motivazione. Una tragedia insomma, finchè il garmin non prende vita e mi rendo conto, che nonostante i doloretti, il passo va bene, ben al di sopra delle aspettative.
Arrivo alla fontanella, la giornata è fresca, ma per me l’idratazione è un dovere, riparto e la milza ha proprio deciso di rompere le palle, mi trascino ancora per un chilometro e mezzo e poi decido di rientrare, troppo fastidio. Cammino un pò, riprendo fiato ma tengo lo sguardo basso, non ho la forza di incrociare gli occhi di chi sta correndo, apparentemente senza alcuna fatica o fastidio, camminare non allieva il dolore e allora decido di riprendere con una corsa lenta, prima o poi arriverò a casa! Come per magia la milza ha deciso di tornare al suo posto e starsene tranquilla e io inizio finalmente a correre, le gambe girano, il fiato in un qualche modo mi segue ma soprattutto la testa è vuota, in assoluto silenzio, e io corro, senza pensieri!
Questo momento praticamente perfetto dura fino quasi a casa, fino a quando il telefono inizia a squillare con una raffica di messaggi e mi sveglia, mi sveglia dal mio stato di trance nel quale ero caduta. Ho corso 7 chilometri e non son per niente soddisfatta di questo allenamento, ma la sensazione che mi ha lasciato mi ha stupito ancora una volta.
Domenica si corre, si va incontro a nuove e diverse sensazioni e ovviamente con il telefono silenzioso.

mercoledì 9 luglio 2014

Non corro ma rifletto!



Sono due settimane, giorno più giorno meno, che non corro. Mi sono sempre allenata in palestra ma non ho più corso, le scuse sono sempre le più diverse.
Sono due sere che voglio correre, ma i temporali di questo luglio, che sembra più un ottobre, arrivano puntuali quando finisce la mia giornata lavorativa e mi fanno passare la voglia di uscire. I runner seri corrono anche con la pioggia, verissimo, ma partiamo dal presupposto che non sono una vera runner, ci provo e con scarsi risultati anche, e io odio correre con la pioggia, anche se quando ci capiti in mezzo diventa divertente, quasi rilassante in un certo qual modo, ma quando il cielo brontola come adesso e le nuvole all’orizzonte sono come quelle nella foto qui sotto, credetemi che mi passa ogni voglia.
Ultimamente rifletto molto sulla corsa, non pratico ma rifletto, lo so non vale come allenamento ma tant’è, mi sono avvicinata alla corsa più per amore che per passione, ho fatto allenamenti, gare e anche maratone (solo 2, ma come dice un grande saggio basta una maratona per essere un maratoneta), ho avuto dalla corsa sensazioni forti e soprattutto contrastanti, date dalle poche soddisfazioni e dalla tanta fatica provata, impregrnata di sudore e lacrime.
Nel frattempo ha ripreso a diluviare e direi che la mia corsa serale è definitivamente archiviata, proprio oggi che ne avevo cosi voglia!!!!!


Che cos’è la corsa per me? Non lo so, non l’ho ancora capito e a questo punto credo che non lo capirò mai, c’è chi parla di una filosofia di vita, io credo nello sport in generale come un buon modo per stare in forma, la corsa è solo uno dei tanti modi per farlo, anche perchè poi se ci riflettiamo bene, la corsa fa male! 
Per la corsa non ci sono proprio portata, questa è una certezza per me, ma nonostante questo le sensazioni che mi lascia mi stupiscono sempre: nella loro contradditorietà, nel loro essere sempre diverse e soprattutto perchè alla fine, comunque sia andata, mi rendo che l’ho fatto io, quei km li ho corsi io, con le gambe, la testa o il cuore, ma li ho corsi e mi hanno portato da un’altra parte, vicina o lontana che sia.

lunedì 7 luglio 2014

Vita reale

Sabato sera, a cena con amici, siamo in 8 a tavola e almeno 4 (ed una stima per difetto!) con il cellulare in mano a guardare chissà cosa. E la domanda sorge spontanea? Come facevamo prima? Prima si parlava, ci si telefonava, ci si incontrava senza telefoni in mezzo ma guardandosi negli occhi. Lo so, argomento scontato, ma doveroso visto che da quando la tecnologia ha invaso la nostra vita, pure io adpeta della tecnologia lo dico, anzi lo urlo, mi sono rotta di stare a tavola con gente che guarda lo schermo del telefonino anziché chi ha davanti.
Io che ho un blog, io che sono su facebook e twitter, io che sono una seguace di instangram e condivido pure quello che preparo per cena dico che non se ne può più.
Anche se non posso controllare immediatamente un’informazione su internet, va bene uguale, credo che riuscirò tranquillamente a godermi la cena e a scoprirlo il giorno dopo, o no? Come facevamo prima? Quando il telefono era solo un telefono e potevi solo telefonare ed inviare messaggi? La cosa però che mi ha urtato di più è successa ieri, per una questione veramente ridicola, al limite di ogni buon senso, su facebook e mi sono resa conto di come la gente ci creda veramente, come possa pensare che li, su un social, ci sia la vita reale!! 
Sveglia gente, la vita reale fortunatamente è fuori, è in strada, negli uffici, nei locali, negli incontri che facciamo ogni giorno guardando, parlando e toccando le persone che incontriamo. Ma ce lo siamo dimenticati, perché vivere una vita virtuale ci permette di essere chi non siamo e di sconfiggere paure ed insicurezze ma allo stesso tempo ci trincera dentro una prigione di cristallo che ci isola e ci disorienta, nascondendoci dietro ad alibi posticci.
Altra cosa successa ieri, prendo in mano il mio lettore ebook, impallato, non si accende, non si spegne, continua ad apparire la scritta in standby, smanetto un po’ nel tentativo di ridargli vita, lo attacco alla presa di corrente pensando che fosse scarico pur sapendo di averlo staccato la mattina stessa dal caricabatterie e dentro di me inizio a farmi una filippica sul fatto che con un libro di carta non sarebbe mai successo, io da sempre contraria agli ebook e amante senza ritegno dei libri di carta stampata, stavo per avere la mia rivincita sulle mere motivazioni economiche e soprattutto di spazio che mi sono data per giustificare l’acquisto del lettore, quando improvvisamente ha ripreso vita!
La tecnologia è ormai parte fondamentale delle nostre vite, ma limitiamola, da quando c’è whatsaspp non mi ricordo il tempo di aver fatto una telefonata, mi manca quelle telefonate interminabili che si facevano da ragazzina con l’amica del cuore, mi manca passare una serata in chiacchiere senza che qualcuno senta l’impellente necessità di controllare su wikipedia la veridicità di una notizia, mi manca il libro di carta.
E a tutti quelli che pensano che sui social ci sia la vita vera, rilassatevi ed uscite a fare due passi, la vita vera è per strada.

domenica 6 luglio 2014

Come sarebbe stato se...



Avete presente il film sliding doors? Ogni tanto me lo chiedo come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto scelte diverse. Se quella volta fossi partita per l’Africa come avevo intenzione di fare, se avessi vinto quel concorso, se fossi rimasta a Torino o fossi andata a vivere a Brescia, se non avessi aperto la partita iva e inventata un nuovo lavoro. 

Non lo so come sarebbe stato, ma so com’è la mia vita ora: non sono partita per l’Africa perché sapevo di aver trovato l’amore della mia vita, quello con cui costruire una famiglia, chissà magari un giorno partiremo insieme per l’Africa; non ho vinto quel concorso e questo mi ha permesso di fare nuove esperienze salvandomi da quell’omologazione che mi stavo cucendo addosso; se fossi rimasta a vivere a Torino o fossi andata a Brescia non avrei riscoperto la mia città e le sue bellezze; se non avessi aperto la partita iva mi sarei inventata comunque qualcosa d’altro da fare!!!

Non ho nè rimpianti nè rimorsi, tutti i bivi incontrati, le strade intraprese, le scelte fatte mi hanno portato alla mia vita di oggi, sicuramente non perfetta ma mia, una vita fatta di tante piccole cose che rendono ogni giorno speciale e felice, degno di essere vissuto.


“C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va.
Tutto sommato la felicità è una piccola cosa!” ( Trilussa)