venerdì 12 dicembre 2014

Il 25 novembre

Sono davvero in ritardissimo con questo post, ma è un periodo allucinante, pieno di cambiamenti e passaggi, svolte, partenze e forse arrivi. 
Ma è giunto il momento di pubblicarlo, resta sempre comunque argomento molto attuale.

Ieri è stata una data importante per me, lo è da sempre, è l'anniversario di matrimonio dei miei nonni paterni, per me considerata da sempre il giorno di nascita della mia famiglia.
Era il 25 novembre 1950, sarebbero stati 64 anni se ci fossero stati ancora.

Ieri, il 25 novembre 2014, ho firmato il contratto del mio nuovo lavoro, ho scelto apposta questa data nella speranza che mi porti fortuna e che la mia Stella continui a vegliare su di me, ogni tanto la sento, ma questo è decisamente un altro discorso.

Il 25 novembre è anche la data scelta per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Cremona è stata ospitata l'artista Elina Chauvete il suo progetto "Zapatos Rojos", la nostra Piazza Duomo è stata ricoperta di scarpe rosse, ogni paio rappresenta una donna e la violenza subita. Ho fatto qualche foto, ve le posto di seguito.




Considero queste iniziative lodevoli, degne di attenzione e richiamo, guai se non fosse cosi,  ma credo che sia doverosa anche una riflessione diversa, forse scomoda ma necessaria. Una riflessione sui comportamenti della donna e soprattutto sull'immagine della donna, in particolare sull'immagine delle donna ha di sè.

Non voglio minimamente trovare giustificazioni o ragioni alle violenze, scampi da me questa idea, ma voglio fare un passo avanti, voglio fare una considerazione importante e sicuramente non facile.
Quando sento una donna dire, mi metto carina perchè cosi magari non mi fanno la multa o magari vengo assunta, penso che ci sia qualcosa che non va, quando sento una donna dire che le ragazze facili fanno carriera, fanno strada, sposano quelli con i soldi, penso che tante cose non vadano nel verso giusto. E quindi mi fermo e mi faccio delle domande, da sempre demonizziamo la società che dà certi esempi, demonizziamo le ragazzine che hanno come unica aspirazione diventare velina, ma qualche domanda su di noi, su quello che pensiamo della donna, sul nostro essere donna, ce la siamo mai fatta? Io si, questo stesso post, è una serie di domande, forse per la maggior parte, senza risposta almeno per il momento, o forse con troppe risposte da decifrare e comprendere.

Ora non va più di moda fare la velina, mi sta riscoprendo un ritorno alla famiglia, alla donna come chioccia e casalinga, custode del benessere famigliare; io credo che una donna possa essere quello che vuole, velina o casalinga, ma mi auguro che abbia nella vita esempi sani, di donne che hanno alta autostima, che hanno consapevolezza del proprio essere donna, con pregi e difetti e che non usino solo il loro essere donna come una scorciatoia.


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