venerdì 6 gennaio 2017

Le rose.

Quando mi sono sposata ho chiesto delle rose rosse, con il mio bouquet di calle bianche non erano l'ideale, mi hanno fatto un bracciale.

Desideravo tanto avere con me quelle rose, volevo quel ricordo vicino a me. Il ricordo di un uomo forte, capostipite della nostra famiglia, che ha dato il via quello che siamo stati, che siamo e che saremo.

Quell'uomo che quando se ne è andato ha causato la prima grossa crepa nei nostri cuori, ce l'ha spezzato, a tutti, ma il suo ricordo ci aiuta, ogni giorno.

Desideravo tanto avere quelle rose, perchè Rosa è il nome delicato e a tanti sconosciuto, della donna vera e sempre sorridente, che ci ha lasciato qualche giorno prima che mi sposassi. La seconda grossa crepa.
La volevo vicino più che mai, non che ce ne fosse bisogno, il dolore era ancora intenso, e la festa del nostro matrimonio è stata un toccasana per tutta la nostra famiglia, ci ha fatto sentire ancora più uniti e forti, facendo tornare il sorriso nei nostri occhi.

Rosa, le rose rosse, simbolo per me importante e denso di significato, persistente nella memoria come il suo profumo.

Nei giorni scorsi, ho letto un brano in un piccolo libricino che sto leggendo e me ne sono innamorata, parla delle rose e delle spine e di un amore infinito, ve lo propongo di seguito.

"la rosa, più che a un colore, rimanda all'orbita intonsa del bocciolo, al suo imperturbabile stato di grazia e di salute, nonostante la macchineria di agguati sostenuta dal gambo.
Come fa la rosa delicata a salvarsi dall'incessante mare di spine? In virtù di un antico patto. Nella sua fuga dalle spine sguainate, sul piede di guerra, il bocciolo primordiale trovò un'alleata: la spina ribelli, refrattaria al ruolo di armigera.
La spina ribelle si innamorò del bocciolo, del suo traslocare, di quell'aria incensurata e straniera. Oppure fu il bocciolo a capire, prima di ogni altra cosa, la solitudine sconfinata della spina, il suo sterile statuto. Il bocciolo e la spina si affiancarono parecchie miglia prima di qualsiasi pensiero violento e insieme decisero il salto mortale verso l'eternità della rosa.
Il fiore prese uno slancio da acrobata, la spina fornì la staffa per farlo arrivare il più in alto possibile, in cima al gambo, da dove occhieggia in tutto il suo trionfo."





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