venerdì 28 agosto 2015

The memories of the Abbots Way

Da quanto siamo tornati ho iniziato a scrivere questo post almeno una decina di volte, poi l'ho abbandonato, cancellato, riscritto, letto e riletto ma senza trovare le parole più adeguate per raccontare quanto abbiamo vissuto.

Un paio di giorni fa ho incontrato casualmente un'amica, mi ha chiesto del cammino e mi ha detto che dalle foto e dai messaggi pubblicati si percepiva l'importanza di questa esperienza, di quanto fosse stato impegnativo sia fisicamente sia mentalmente, di quanto avesse lasciato segni profondi. E allora ho riflettuto su queste parole. Si! Ha lasciato un segno, tanti segni che si sono impressi dentro, nel profondo e credo che sia questo il motivo per cui non riesco ancora a scriverne, ho bisogno di far sedimentare le sensazioni ed emozioni provate, ho bisogno di rivivere lo stupore davanti ad un'alba fresca e colorata, che ti dava la forza di caricare nuovamente in spalla lo zaino e rimetterti in marcia, ho bisogno di rivivere la sensazione di leggerezza mentre si avvicinava la meta della giornata e le risate che accompagnavano e commentavano la fatica accumulata nelle gambe, solo allora sarò pronta a raccontare quanto ho, abbiamo vissuto in quei cinque giorni di cammino.

Durante il cammino, un'altra cara amica, mi ha mandato un messaggio in commento ad una foto, che ci vede provati ma sorridenti e felici, mi vorrà perdonare se non la cito, ma mi leggerà sicuramente e capirà.

"un passo alla volta, guardando le cose belle intorno...avete degli occhi bellissimi che dicono tutto...bravi pellegrini!"

Avevamo e ancora adesso abbiamo gli occhi pieni di immagini, di meraviglia, di eccitazione per la via, il viaggio, la vita.

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