giovedì 11 settembre 2014

Undici settembre

Non volevo scrivere niente su questa ricorrenza, ma un post stupido letto su facebook mi ha fatto venire voglia di farci un post, di scrivere quello che penso.
Quando è successo, nel 2001, ero all'università, mi ricordo che stavo facendo una pausa nello studio e avevo appena acceso la tv, quelle immagini sono ancora fresche nella mia mente, come se le avessi appena viste, come se fosse appena successo. Dicono che sia cosi, che eventi traumatici lasciano un segno indelebile nella nostra memoria e che il ricordo resti vivo nella nostra mente anche dopo decenni, è cosi è, chiaro, nitido, incacellabile.

Lo scorso capodanno sono stata a New York, abbiamo visitato Ground Zero, abbiamo visto le fontane, abbiamo respirato un'aria diversa, pesante, fredda, abbiamo provato sentimenti contrastanti: rabbia, tristezza, dolore, ma anche orgoglio, solidarietà per una tragedia che non ci ha colpito direttamente ma che ci accumuna nel dolore e nello sgomento e che ci rende fieri della forza di volontà e di reazione che dimostriamo in questi momenti.

Sulle fondamenta delle torri gemelle sono state costruite due fontane, delle quali non vedi la fine, non vedi il fondo, vedi solo l'acqua che scorre e questo ti dà un senso di vuoto, che ti rende ancora più partecipe alla tragedia vissuta; sulla struttura delle fontane sono incisi i nomi, i nomi di tutte le persone che sono morte quel giorno, ogni tanto vedi sbucare una rosa bianca, che contrasta con il color rame e rende ancora più evidente e marcato quanto è successo.

Quando lo racconto rivivo ancora quelle sensazioni, mi si strozza la voce in gola, mi commuovo, ho i brividi. E' stato molto intenso passeggiare in quel silenzio, ricordare, cercare di capire come sia possibile. In quel luogo fa freddo, fa molto più freddo che in qualsiasi altra parte di New York, senti il freddo salire dal pavimento, cammini e ad ogni passo il freddo si infila dentro di te; dicono che nei posti dove sono morte tante persone, resti la loro presenza, si respiri un'aria diversa, è vero, in quel posto li senti, senti il peso di una mancanza che non potrà mai più essere colmata.

Un nome mi ha colpito, quello di una donna e 
del suo bambino mai nato.

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