lunedì 7 luglio 2014

Vita reale

Sabato sera, a cena con amici, siamo in 8 a tavola e almeno 4 (ed una stima per difetto!) con il cellulare in mano a guardare chissà cosa. E la domanda sorge spontanea? Come facevamo prima? Prima si parlava, ci si telefonava, ci si incontrava senza telefoni in mezzo ma guardandosi negli occhi. Lo so, argomento scontato, ma doveroso visto che da quando la tecnologia ha invaso la nostra vita, pure io adpeta della tecnologia lo dico, anzi lo urlo, mi sono rotta di stare a tavola con gente che guarda lo schermo del telefonino anziché chi ha davanti.
Io che ho un blog, io che sono su facebook e twitter, io che sono una seguace di instangram e condivido pure quello che preparo per cena dico che non se ne può più.
Anche se non posso controllare immediatamente un’informazione su internet, va bene uguale, credo che riuscirò tranquillamente a godermi la cena e a scoprirlo il giorno dopo, o no? Come facevamo prima? Quando il telefono era solo un telefono e potevi solo telefonare ed inviare messaggi? La cosa però che mi ha urtato di più è successa ieri, per una questione veramente ridicola, al limite di ogni buon senso, su facebook e mi sono resa conto di come la gente ci creda veramente, come possa pensare che li, su un social, ci sia la vita reale!! 
Sveglia gente, la vita reale fortunatamente è fuori, è in strada, negli uffici, nei locali, negli incontri che facciamo ogni giorno guardando, parlando e toccando le persone che incontriamo. Ma ce lo siamo dimenticati, perché vivere una vita virtuale ci permette di essere chi non siamo e di sconfiggere paure ed insicurezze ma allo stesso tempo ci trincera dentro una prigione di cristallo che ci isola e ci disorienta, nascondendoci dietro ad alibi posticci.
Altra cosa successa ieri, prendo in mano il mio lettore ebook, impallato, non si accende, non si spegne, continua ad apparire la scritta in standby, smanetto un po’ nel tentativo di ridargli vita, lo attacco alla presa di corrente pensando che fosse scarico pur sapendo di averlo staccato la mattina stessa dal caricabatterie e dentro di me inizio a farmi una filippica sul fatto che con un libro di carta non sarebbe mai successo, io da sempre contraria agli ebook e amante senza ritegno dei libri di carta stampata, stavo per avere la mia rivincita sulle mere motivazioni economiche e soprattutto di spazio che mi sono data per giustificare l’acquisto del lettore, quando improvvisamente ha ripreso vita!
La tecnologia è ormai parte fondamentale delle nostre vite, ma limitiamola, da quando c’è whatsaspp non mi ricordo il tempo di aver fatto una telefonata, mi manca quelle telefonate interminabili che si facevano da ragazzina con l’amica del cuore, mi manca passare una serata in chiacchiere senza che qualcuno senta l’impellente necessità di controllare su wikipedia la veridicità di una notizia, mi manca il libro di carta.
E a tutti quelli che pensano che sui social ci sia la vita vera, rilassatevi ed uscite a fare due passi, la vita vera è per strada.

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