martedì 17 giugno 2014

Guerra tra poveri

Ogni giorno, per lavoro, incontro persone alla ricerca di lavoro, disoccupati o inoccupati, più o meno disperati, ma tutti accomunati dallo stesso senso di smarrimento che ti piglia quando ti trovi senza lavoro.
Chi, per fortuna sua, non ci è mai passato non sa cosa vuol dire, dice di capire, ma non capisce davvero come ci si senta inutili a non avere un lavoro, soprattutto se hai sempre lavorato, dedicando anima e corpo, spesso per uno stipendio non  adeguato, ma il lavoro nobilita l’uomo si sa,  e non averlo rende vuoti dentro, tristi ed infelici, disperati appunto; a tutto questo si sommano le incombenze quotidiane, le bollette da pagare, le spesa da fare, visite mediche, imprevisti, e il malessere aumenta perchè oltre a sentirsi inutili, ci si sente incapaci di provvedere a sè e alla propria famiglia. E allora si rinuncia:  alle vacanze, alla pizza, al cinema, ma vivere di rinunce non fa altro che inasprire il cuore, l’anima.
Sento doveroso fare una precisione, per tante di queste persone, ce ne sono altrettante che stanno bene come sono, a casa, senza lavoro, senza fare nulla per cercarlo, che tirano a campare e che non sentono minimamente l’esigenza di trovare un lavoro, purtroppo fra questi ci sono tantissimi ragazzi giovani, fuoriusciti dal percorso scolastico troppo presto per i più svariati motivi e con alle spalle famiglie che sempre più spesso non sono in grado di sostenerli.
Per questi motivi, mi arrabbio e mi infastidisco quando sento persone occupate, magari anche in luoghi pubblici, lamentarsi e farsi la guerra per poche decine di euro fra un inquadramento e l’altro, per una mansione in più o in meno, per una decisione subita anzichè voluta.
Io ci sono stata disoccupata, reduce da un fallimento, da un trattamento iniquo da parte di persone pronte a tutto, pronte a chiudere una spa piena di debiti e contestualmente aprire una srl, dove i nomi sono sempre gli stessi, ma senza gli sguardi vuoti ma pieni di rabbia dei dipendenti che hanno dedicato tempo e professionalità a loro e ai loro guadagni, perchè i debiti li hanno fatti loro!
Io sono stata fortunata, mi sono ingegnata, mi sono creata un nuovo lavoro, ci ho provato, ma ho provato anche  ad alzarmi alla mattina senza una motivazione, senza un lavoro che ti nobiliti; ma ho imparato anche a dare un significato diverso e nuovo al lavoro, a pesarne il valore, ho capito che è importante ma ci sono anche tante altre cose importanti da considerare e da accudire.

Per tutto questo penso che alla fine, sia solo una guerra tra poveri, dove quando parlo di povertà intendo l’ignoranza, la mancanza di rispetto, l’incapacità di guardare al di là del proprio orticello, la continua lamentela, l’impossibilità o meglio la non voglia di capire e comprendere gli altri, i loro problemi, le loro incertezze e la loro disperazione, che poi sono le insicurezze di tutti.

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